l'Autobus di una volta

11 della CAP con quella lunghissima di Prato. Leggere, assieme a quelle dei mezzi urbani dai colori inconfondibili, le vicende della nostra città graffiata dai segni forti di un lavoro intenso ed esasperato che ha modificato la purezza delle linee medievali del suo centro. Leggere le vicende dei nostri autobus e quelle della nostra città fatta di relazioni sociali, di riti attraverso i quali emergono i tratti mutevoli di una società, prima contaminata dai processi immigratori del boom industriale e oggi arricchita da nuove culture e dai nuovi toni di una realtà che si fa multietnica e cosmopolita. È la città delle quiete emergenze architettoniche, dove il basso profilo dei palazzi e delle abitazioni lascia ancora più spazio all’esaltante bellezza del Palazzo Pretorio, del Castello federiciano, del Duomo e della Chiesa di Santa Maria delle Carceri. È la città viva in cui si assommano antiche e nuove tradizioni, fatta di tanti cuori; per dirla con Armando Meoni, fatta di “tutti quanti coloro che l’abitano e respirano” dunque una città che muta. Giampiero Nigro

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